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Paolo Miserini / I Sacconi Rossi

Roma è la mia città. Roma è una città ricca di storia e tradizioni visibili, ma a volte sconosciute anche a noi romani che da sempre la viviamo.
Tre anni fa sono venuto a conoscenza di questa tradizione riscoperta nei primi anni ’90 e che da allora rivive ogni 2 Novembre.
La prima volta che partecipai alla processione fu il quel 2 novembre del 2006. Trovarsi li, sull’Isola in mezzo al Tevere, con la macchina fotografica in mano a documentare, in una situazione di luce sempre difficile, un pezzo di Roma che ritornava ad esistere.
Era un po’ ritornare indietro nel tempo, nel breve periodo della durata della processione si respira qualcosa di mistico, l’odore dell’incenso portato a mano, la luce soffuse delle candele che illumina i volti della gente. Gente comune che partecipa quasi per caso e si confonde con i più credenti che seguono i confratelli vestiti con i tipici abiti rossi fino alle sponde del fiume, sacro ai romani, per gettare, in un rito quasi pagano, una corona di fiori in memoria di quanti persero la vita in quelle acque.
Non è stato facile realizzare questo reportage per le condizioni di luce sempre critiche e per la breve durata dell’evento. Per questo per 3 anni consecutivi sono tornato allo stesso appuntamento per seguirlo con un occhio sempre diverso (ho usato ottiche differenti) per poterlo documentare al meglio. Il mosso che inizialmente mi infastidiva ha poi trovato una collocazione visiva nel racconto rafforzando, a mio parere, la sensazione di spiritualità e misticismo che è propria di quel momento.
Ho voluto realizzare questo reportage affinché rimanga sempre una traccia indelebile delle tradizioni di questa città che nel bene e nel male porto sempre nel cuore.
Dedico questo lavoro a Dario De Dominicis che mi ha fatto scoprire i Sacconi Rossi ed è stato un ottimo maestro nell’arte del reportage e ad Emilio D’Itri che mi ha dato l’opportunità di presentarlo.

Breve Storia dei Sacconi Rossi
(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)
I Sacconi rossi erano gli appartenenti alla "Veneranda confraternita de' devoti di Gesù Cristo al Calvario e di Maria Santissima Addolorata", di Roma, creata nel secolo XVII.
Il loro compito era ripescare e dare sepoltura, se nessuno li reclamava, agli annegati nel Tevere e questa pia professione di carità era svolta nei caratteristici cappuccio e mantello rossi, da cui il soprannome.
La sepoltura non era banale: con gusto necrofilo tutto barocco, le ossa scarnificate venivano deposte in maniera "decorativa" nel cimitero sotterraneo del convento (tuttora visitabile, risulta, il 2 novembre. Analoga ambientazione ha la Cripta dei Cappuccini di Via Veneto). L'usanza è citata nel film Mondo cane (1962).
Dai primi anni '90 il 2 novembre, giorno della Commemorazione dei Defunti, col patrocinio dell'Ospedale San Giovanni Calibita (tenuto dai Fatebenefratelli) ha luogo nell'isola Tiberina, partendo dalla chiesa di San Bartolomeo all'Isola, una processione notturna in memoria degli annegati, alla quale partecipano, in costume, i membri della Confraternita.

   
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Paolo Miserini

Nasce a Roma 45 anni fa. Comincia a scattare per caso seguendo la sua passione di subacqueo affinando, in maniera completamente autodidatta, la fotografia subacquea. Dopo anni di questa attività abbandona la fotografia in un momento in cui pensava di non avere nulla più da raccontare.
Nel 2000 c’è la rinascita fotografica che lo porta fino all’incontro con Officine Fotografiche che gli da l’opportunità di riprendere, questa volta all’asciutto, la sua attività fotografica.
Viene attratto dalla fotografia di Studio, dalla ritrattistica e dalla fotografia di moda. Scopre il digitale e ne sfrutta le potenzialità fin dall’inizio.
Nel 2003 si avvicina alla fotografia di reportage grazie a Dario De Dominicis e scopre questa nuova vena creativa riuscendo a far convivere queste due tipologie di fotografia completamente differenti.
Segue dei workshop di fotogiornalismo con Leonard Freed e con Antonin Kratochvil che ampliano e completano il lavoro fatto con Dario.
Nel 2006 partecipa al festival Boutographie in una mostra collettiva su Testaccio, un quartiere di Roma.
Nel 2007 conosce Fabian Cevallos di cui diventa assistente per alcuni lavori. Fabian diventa anche un suo grande maestro nell’arte del ritratto.
Nel 2008 la sua prima mostra personale “ I Sorrisi di Nor Kharberd” legata ad un progetto di raccolta fondi, dallo stesso ideato insieme a Metaksya Vanoyan, a favore dell’Orfanotrofio di Nor Kharberd.
Con Officine Fotografiche collabora come docente dei corsi base dal 2004 e si occupa della realizzazione e conduzione di alcuni dei workshop realizzati da Officine.
E’ stato pubblicato su Acqua, Tutti Fotografi, Reflex, Resort Property (rivista russa).
Non ha mai pubblicato un libro…ma mai dire mai!

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