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Stephanie Gengotti
Inaugurazione: 8 ottobre

Along the river

Il 2 novembre del 1975 il corpo di Pier Paolo Pasolini venne ritrovato all’Idroscalo di Ostia. Oggi, questo terreno appartenente al demanio è occupato abusivamente da circa 500 famiglie.
Negli anni ‘60 per la sua collocazione geografica alla foce del Tevere, divenne un villaggio di pescatori. Furono loro a costruire le prime capanne di legno ottenuta la concessione demaniale. Le capanne in poco tempo si trasformarono in case per le vacanze estive ma con il costo della vita che aumentava, molte famiglie vi si trasferirono definitivamente dal centro di Roma.
La gente dell’idroscalo ha sempre lottato per quel pezzo di terra, hanno ricostruito la scogliera a loro spese, hanno ottenuto i lampioni nella piazza principale, l’acqua potabile, le cabine della ACEA, un numero civico su ogni abitazione, una strada percorribile che li collegasse alla città, una linea dell’autobus.
Ma a peggiorare la situazione, nove anni fa ha contribuito la costruzione del porto di Ostia, nella zona limitrofa all’idroscalo; di qui le minacce di sgombero sono diventate più evidenti per la necessità di allargare l’area portuale, interesse di molti appaltatori.
A rischio 500 famiglie, che in questo limbo, hanno smesso di investire denaro per la manutenzione delle proprie abitazioni. Oggi, le strade sono sempre allagate, alcune case cadono quasi a pezzi, in alcune il mare sbatte contro le pareti, in altre il fiume in piena entra dalle porte. Ma gli abitanti non vogliono saperne di abbandonare la loro terra, in cui vivono da ben tre generazioni. Lo sgombero significherebbe ritrovarsi in qualche residence della Capitale, circondati da cemento separati dai loro cari e dalle loro radici.
A chi lo vede da fuori, può sembrare una “ no man’s land”, ma per chi lo abita, l’Idroscalo rappresenta l’unica alternativa a un mondo dove tutto è troppo caro. All’Idroscalo con 10mila euro puoi comprare una casa e con 400 prenderla in affitto, negli ultimi anni vi si sono trasferite numerose famiglie di immigrati proprio perché i costi sono più accessibili. E’ un ottimo esempio d’integrazione e convivenza tra diverse culture, tutti si conoscono, il pomeriggio ci si vede in piazzetta, si chiacchiera ci si tiene compagnia, si gioca a carte non ci si sente mai soli.


Biografia

Stephanie Gengotti è nata a Roma il 19/12/1972 è di nazionalità Italo/Francese. Laureata come interprete (in lingua inglese e francese), studia fotografia all’ Scuola Romana di Fotografia.
Inizia come fotografa di scena su vari set cinematografici, poi diventa reporter della Freelance Internazional Press. Attualmente lavora con Emblema e Iberpress, pubblicando regolarmente su libri e testate giornalistiche.
Ha viaggiato e vissuto in numerose parti del mondo, l’Africa in particolare, che ha raccontato in diverdi reportage.
Si occupa principalmente di reportage sociale e di ritratto in studio.

Progetti editoriali

- 2002 “Io Safiya” Sperling & Kupfer, foto di copertina
- 2004 “Libera” Sperling & Kupfer, foto di copertina e inserto
- 2004“Uganda - Sposa la Pace” Cleup, foto di copertina e inserti
- 2005 “Il popolo invisibile rom” Palombi Editori, foto di copertina e inserti
- 2005 “me sem rom sono rom - 27 gennaio” Palombi Editori, calendario   fotografico
- 2005 “L’unione energie primarie” Gaffi, foto di copertina
- 2006 “L’Africa a Roma” EDUP, foto di copertina e inserti
- 2008 “La scelta di Said, storia di un kamikaze” Sperling & Kupfer, foto di   copertina e inserto
- 2008 “Bambino per sempre” Sperling & Kupfer, foto di copertina
- 2008 “caledario 2009 per la sicurezza sul lavoro”

Mostre fotografiche

- settembre 2004 - Piazza Navona, Roma “ROMa un anno di vita con i rom”
- ottobre 2004 - Humbolt Universitate, Berlino “me sem rom - sono rom”
- 27 gennaio 2005 - Casa delle Letterature, Roma “me sem rom- sono Rom”
- 27 gennaio 2006 – Vetrina Roma Stazione Termini “urban lifestyle”
- 8 febbraio 2006 – Cappella Orsini Roma “Libera” mostra fotografica collettiva   all’interno della rassegna “volti nascosti”
- febbraio 2006 – Palazzo Caetani Roma “La casa di Priscilla”
- maggio 2006 – “Voce a chi non ha voce” mostra fotografica collettiva sui   diritti umani
- 16 giugno 2006 – Istituto San Gallicano “La casa di Priscilla”
- 24 giugno 2006 – Santa Maria della Pietà “Sguardi” mostra collettiva nell’   ambito della rassegna Techné
- Luglio 2006 – Cappella Orsini Roma – “HIV info pass, dal divieto alla   conoscenza” mostra collettiva
- Settembre 2006 – Medvideofestival Peastum – “Inattesi”
- Ottobre 2006 – Libreria Evaluna Napoli - “Inattesi”
- Settembre 2008 – Castello di Agropoli - “Ne touché pas à mon Pays”
- Gennio 2009 – Galleria San Vero Milis Sardegna– ““ROMa un anno di vita con i   rom”