Luigi Erba è nato a Lecco nel 1949, ha sempre privilegiato una ricerca linguistica di riflessione sulla fotografia attraverso un referente interiore, inventato, lontano da connotazioni topografiche precise. Un concettualismo lirico, in cui vengono approfonditi i concetti di spazio tempo, di negazione della fotografia come scatto unico che coglie l’attimo, sostenuti i rapporti di progettualità e casualità, di conscio e inconscio. Si vedano dal 1987 gli Interfotogrammi, dal 1995/96 Un luogo sull’altro, come nelle mostre personali Work in progress (San Fedele, Milano1998), RIPRESEPERSONENATURACITTA’ (Galleria Credito Valtellinese di Palazzo Sertoli, Sondrio 2002), Nel Paesaggio (Olim, Bergamo2002), Dialettica dei luoghi (Cons Arc, Chiasso, 2004). Ha
interpretato l’opera di diversi artisti, tra cui Luigi Bartolini, lavora sul territorio prealpino lombardo e locale, riassemblando linguisticamente immagini di memoria, di sogno con una valenza sempre linguistica, ad esempio Frasnida (Morterone 1988), Lecco: Archeologia di un paesaggio (API e Galleria Melesi, Lecco 2007), in rapporto teorico con l’immagine digitale Camera chiara, camera oscura (Fotografia Italiana Arte Contemporanea, Milano 2008) . Giornalista e critico d’arte si è spesso occupato di storia della pittura e fotografia, soprattutto degli anni cinquanta e sessanta anche attraverso collaborazioni, mostre, saggi, cataloghi e ha pubblicato un libro sul pensiero e la lettura fotografica (Nel ripostiglio dell’Immaginario, 1992), la decennale rubrica Flashback in “Immagini Foto Pratica”, con Roberto Mutti i volumi su Mario Cresci (Variazioni impreviste) e sulla Galleria “Il Diaframma” di Milano (L’occhio di Colombo).
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