A cura di 3/3 (www.treterzi.org)
La mostra Little big press nasce per fare il punto sulle tendenze che da qualche anno stanno mutando radicalmente il mondo dell'editoria fotografica. Una vitalità sempre maggiore muove l'evoluzione del libro fotografico in una direzione indipendente, autoprodotta e ridotta nella scala: self publishing e indipendent photobook, fanzine e piccole case editrici sono sempre più attive e prolifiche in tutto il mondo.
Fotografi appassionati di editoria, da Alec Soth, con la sua Little Brown Mushroom a Jason Fulford, geniale fondatore di J&L, a Stephen Gill, con Nobody Books, decidono di lavorare indipendentemente sui libri fotografici e far uscire, attraverso piccole case editrici, autoproduzioni che corrono parallele alla produzione delle case editrici più importanti. Si dedicano a esperimenti che coinvolgono il video, come i tedeschi Bohm Kobayashi, si muovono da esperienze collettive sul web, come la fanzine italiana 0-100, o portano avanti autoproduzioni dalle diverse sfaccettature, come nel caso di Joachim Schmidt o Luca Donnini.
Una libertà che consente ricerche nei materiali, nella composizione, nella qualità di stampa e peculiarità degli allestimenti. Un approccio costruttivo e sperimentale che rappresenta l’aspetto più interessante e stimolante del libro fotografico contemporaneo.
here the final list of participants:
Australia
Andrew Long
Austria
Thomas Bonfert
Andrew Phelps
Finland
Henrik Malmström
France
Laetitia Donval
Sebastien Girard
Germany
Daniel Gustav Cramer
Joachim Schmid
Italy
ædizioni
Valentino Barachini
Jacopo Benassi
Fabio Boni
Documentary Platform
Luca Donnini
Stefano Graziani
Caterina Nelli
Valentina Isceri
Chiara Rame
Maurizio Valdarnini
New Zealand
Harvey Benge
The Netherlands
Maria Dabrowski
Sjoerd Knibbeler
Natascha Libbert
Niels Stomps
Aram Tanis
Judith Van Ijken
Florian van Roekel
WassinkLundgren
U.S.A
Lydia Moyer
- zines
Italy
0-100 Editions
Blisterzine
CESURALAB
RAWRAW
The Netherlands
4478 zine
UK
My Dance the Skull
U.S.A.
Elk
Thomas Korpijakko
- small publishers
Belgium
Voetnoot Publishers
France
Dinosaur Books
Galerie 2600
Edition Florence Loewy
JSBJ
Kaugummi
Poursuite Editions
Germany
Böhm/Kobayashi Publishing Project
Lubok Verlag
Meier un Mueller
Schaden.com
White Press
The Green Box
UK
Archive of Modern Conflict
Nobody books - Stephen Gill
Preston is my Paris
Schnauzer Publications
Toromuerto Press
Italy
Automatic Books
Admira Publishing
Fantom Editions
Longo Editore
Nero Publishing
Osservatorio Fotografico
Punctum
Soter Editrice
The Netherlands
Alauda Publications
Fw:
Kesselskramer
Roma Publications
Spain
B SIDE BOOKS
Carlos Albalá & Ignasi López
La Caja Negra Ediciones
Switzerland
Edition Patrick Frey
Kodoji press
Nieves
U.S.A.
A - Jump Books
Aperture / Tiny Vices
Hassla
JL
Morel Books
Little Brown Mushroom
TBW Books
The Ice Plant
Ugly Duckling Presse
- magazines
Austria
Eikon
France
Polka
Private
VU’ MAG
Finland
Photo Raw
Germany
Die Nacht
Japan
Asphalt
Ireland
Source
UK
Photo8
Italy
RVM
Le Dictateur
The Netherlands
Foam
Spain
Piel de Photo
Switzerland
GUP
U.S.A
Aperture
Eyemazing
Lay Flat
and special guest… Marks of honour/08
Save the date!
small publishers · self publishers · fanzines
La mostra Little big press nasce per fare il punto sulle tendenze che da qualche anno stanno mutando radicalmente il mondo dell’editoria fotografica. Una vitalità sempre maggiore muove l’evoluzione del libro fotografico in una direzione indipendente, autoprodotta e ridotta nella scala: self publishing e indipendent photobooks, fanzine e piccole case editrici sono sempre più attive e prolifiche in tutto il mondo.
Fotografi appassionati di editoria, da Alec Soth, con la sua Little Brown Mushroom a Jason Fulford, geniale fondatore di J&L, a Stephen Gill, con Nobody Books, decidono di lavorare indipendentemente sui libri fotografici e far uscire, attraverso piccole case editrici, autoproduzioni che corrono parallele alla produzione delle case editrici più importanti. Si dedicano a esperimenti che coinvolgono il video, come i tedeschi Bohm Kobayashi, si muovono da esperienze collettive sul web, come la fanzine italiana 0-100, o portano avanti autoproduzioni dalle diverse sfaccettature, come nel caso di Joachim Schmidt o Luca Donnini.
Una libertà che consente ricerche nei materiali, nella composizione, nella qualità di stampa e peculiarità degli allestimenti, spaziando dalla strategia della fotocopia alle sperimentazioni che ci riportano vicino all’unicità dell’opera d’arte. Un approccio costruttivo e sperimentale che rappresenta l’aspetto più interessante e stimolante del libro fotografico contemporaneo. E che si riflette in un approccio di grande apertura, dove il confine fra libro, magazine e fanzine si fa labile, che vede spesso la fotografia contaminarsi con il disegno, la grafica, la musica e che trova la sua dimensione più naturale in una rete di manifestazioni dove il piccolo si fa grande, dai blog come The Indipendent Photo Book a iniziative come la Indie Photobook Library o Self-Publish Be Happy, fino a manifestazioni come la fiera Offprint Paris.
La mappatura qui presentata, di certo parziale, e che vede la presenza soprattutto di autori olandesi, svizzeri, tedeschi e americani è il primo passo per seguire questa macchia in espansione continua, prima mostra di un monitoraggio annuale che seguirà i ritmi di Fotoleggendo e che vedrà ospitata negli spazi di Officine Fotografiche una biblioteca dove percorrere questa rete ha la possibilità di diventare una pratica quotidiana.
3/3
magazines
18×15 centimetri: Die Nacht. Formato intimità tascabile. Carta satinata che seduce le dita. Frequenza semestrale.
38×27 centimetri: Piel de Foto. Formato tabloid. Carta ruvida al tatto, superficie porosa che assorbe la luce e impasta i colori. Frequenza trimestrale.
Non esiste una misura. Non esiste un tempo. Non esiste una fotografia. Non esiste un modo di guardare. Nella costellazione-photomagazine esistono solo contaminazioni.
Identità fluide. Spericolate evoluzioni del linguaggio per immagini. Questioni aperte.
Cos’è fotografia e cosa non lo è nell’Era Facebook, in cui il privato fotografico diventa pubblico e pubblicato? Come si autodetermina una fotografia libera (e orfana) dalla committenza dei giornali?
Dove corre la linea di demarcazione tra un fotografo e un artista che usa la fotografia come strumento?
Nell’orizzonte di carta che si sfoglia dal Giappone (Asphalt) all’Irlanda (Source), dalla Finlandia (Photo Raw) agli Stati Uniti (Aperture, Lay Flat), i confini - e le risposte - si riscrivono pagina dopo pagina: foto, video, pittura, grafica convergono in un’unica, nuova letteratura.
I frame si leggono come strisce a fumetti, le vecchie istantanee escono dai cassetti per diventare visionarie proiezioni di futuro, le foto si ritagliano, si riassemblano, si sovrappongono, in un moltiplicarsi di istanti decisivi, in un inseguirsi di neologismi iconografici e semantici: dalla New Docugraphic alla Iphoneography.
Davanti alle infinite prospettive della visione, al disordinato e ineluttabile intreccio dei percorsi fotografici, ogni magazine traccia la sua rotta.
Ogni magazine offre una piccola, possibile mappa per orientare lo sguardo.
Irene Alison
MoH/08, marks of honour 2008
Marks of Honour - A Stiking Library è un progetto incentrato sul valore del libro fotografico nato nel 2005 dalla collaborazione fra il gallerista di Amsterdam Willem van Zoetendaal e Markus Schaden, della libreria di Colonia Schaden.com.
41 fotografi di fama internazionale sono stati invitati a scegliere un libro fotografico di particolare influenza per lo sviluppo del loro lavoro, e a utilizzarlo come ispirazione per un loro progetto artistico.
Marks of Honour è stato concepito per mettere in evidenza l’importanza della forma libro nella storia della fotografia per tutta una nuova generazione di fotografi. MoH presenta i libri scelti dagli artisti insieme alle loro opere in un entusiasmante gioco reciproco di tradizione e innovazione. Queste opere, ognuna prodotta in edizione limitata di tre copie, mostrano l’ampiezza dell’entusiasmo intorno al libro fotografico e la grande varietà di fonti d’ispirazione dei fotografi contemporanei.
Marks of Honour/08, a cura di Nina Poppe e Verena Loewenhaupt, ha visto la partecipazione di 13 fotografi, è già stato presentato al Foam Museum di Amsterdam e alla Photographers’ Gallery di Londra.
La selezione qui proposta vede esposti I lavori di Harvey Benge, Chris Coekin, Peter Gransen, Jens Liebchen, Michael Light, Matthew Sleeth, Alec Soth e Jules Spinatsch.
“Chi dice che un fondo museale deve consistere solo di stampe fotografiche?
Si può benissimo partire dal libro…Con la collezione di un centinaio di libri fotografici, ci si può assicurare la conoscenza della storia dei lavori fotografici moderni attraverso degli esempi eccellenti, sia per la folla
dei musei, che per gli specialisti e I curatori.”
Ulf Erdmann Ziegel |
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