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Philip Toledano
Inaugurazione: 9 ottobre ore 20:30

New kind of beauty

Ho iniziato questo lavoro nel 2008, più o meno nel periodo in cui stavo prendendomi cura di mio padre novantasettenne.
Mentre mi occupavo di mio padre che invecchiava, mi sono dovuto confrontare ogni giorno con l'idea della morte, di mortalità e di invecchiamento. Così ho iniziato a pensare a quello che facciamo come cultura per sconfiggere quei concetti, e, naturalmente, mi è venuta in mente la chirurgia plastica. Per puro caso, mi è stato chiesto da una rivista di fare un ritratto ad un uomo che aveva subito un intervento di chirurgia estetica molto esteso. Quando l'ho visto, una porta si è aperta, e tutti i miei pensieri immateriali sulla chirurgia plastica e il ringiovanimento sono confluiti in un'idea. Tuttavia, non appena ho iniziato il lavoro, ho iniziato ad interessarmi al concetto più ampio di bellezza, a ciò che significava, e a dove stiamo andando così di corsa.
Per l'ispirazione stilistica mi sono rifatto alla ritrattistica dei secoli XV e XVI, in particolare a Hans Holbein il Giovane, e a Memling. Essi hanno rappresentato un archetipo di bellezza del loro tempo, e ho sentito che sotto molti aspetti io stavo rappresentando un nuovo archetipo di bellezza della nostra epoca.
Credo che siamo alle soglie di un periodo di evoluzione indotta dall'uomo. Un punto di svolta nella storia in cui stiamo cominciando a definire non solo il nostro concetto di bellezza, ma di fisicità stessa.
La bellezza è sempre stata una moneta, e ora che finalmente abbiamo i mezzi tecnologici per coniare la nostra, quali scelte facciamo?
La bellezza è modificata dalla cultura contemporanea? Dalla storia? O è definita dalla mano del chirurgo?
Quando abbiamo rifatto noi stessi, stiamo rivelando il nostro vero io, o siamo gettando via la nostra stessa identità?
Questo progetto è pensato per porre delle domande, senza dare risposte.


Biografia

Philip Toledano è nato a Londra da madre franco-marocchina e padre americano. Crede che la fotografia debba essere come una frase non finita. Dovrebbe esserci sempre spazio per le domande.
Il lavoro di Philip è di stampo politico-sociale, e varia nell'utilizzo dei media, dalla fotografia all'installazione.
Il suo lavoro è apparso, tra gli altri, su Vanity Fair, The New York Times magazine, The New Yorker, Esquire, GQ, Wallpaper, The London Times, The Independent Magazine, Le Monde, e Interview magazine.